Lo sapevate? I Giganti di Mont’e Prama sono le statue più antiche del Mediterraneo occidentale

La loro datazione - secondo gli studi dell'archeologo Giovanni Lilliu - oscilla fra il XIII e il IX secolo avanti Cristo. Solo alcune statue della Grecia e dell'Antico Egitto possono vantare una datazione precedente nel bacino del Mediterraneo.
Dopo un “sonno” durato circa 2800 anni sono tornate alla luce per raccontare la loro storia millenaria che parla di una Sardegna protagonista del mondo allora conosciuto: stiamo parlando dei giganti di Mont’e Prama, ritrovati a Cabras negli anni’70 e oggi conosciuti in tutto il mondo.
Quello che molti non sanno è che le leggendarie statue sarde raffiguranti guerrieri, arcieri e lottatori detengono, fino a prova contraria, un primato davvero rilevante.
La loro datazione – secondo gli studi dell’archeologo Giovanni Lilliu – oscilla fra il XIII e il IX secolo avanti Cristo. Solo alcune statue della Grecia e dell’Antico Egitto possono vantare una datazione precedente nel bacino del Mediterraneo. Questo dato fa dei colossi del Sinis le statue più antiche del mar Mediterraneo occidentale, come racconterà Alberto Angela nella prossima puntata di Meraviglie in onda martedì su Rai Uno.
Nella prossima puntata di #Meraviglie:Ravenna ➡️ Teatro San Carlo ➡️ Sardegna Grazie per averci seguito!#Rai1 Alberto Angela – Pagina Fan Ufficiale
Gepostet von Rai1 am Dienstag, 12. März 2019
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Lo sapevate? Perché molti sardi chiamano la tuta da ginnastica “canadese”?

In Sardegna, soprattutto a Cagliari, se qualcuno vi dice di mettervi una "canadese", non sta suggerendo di infilare una giacca pesante da boscaiolo né di armarvi di zaino e tenda per un'escursione nei boschi. No, sta parlando della tuta da ginnastica! Come mai?
Lo sapevate? Perché molti sardi chiamano la tuta da ginnastica “canadese”?
In Sardegna, soprattutto a Cagliari, se qualcuno vi dice di mettervi una “canadese”, non sta suggerendo di infilare una giacca pesante da boscaiolo né di armarvi di zaino e tenda per un’escursione nei boschi. No, sta parlando della tuta da ginnastica! Come mai?
Sì, avete capito bene: quella che nel resto d’Italia è semplicemente una “tuta”, in Sardegna diventa una “canadese”. Ma perché? Che c’entrano le foreste del Quebec o le cascate del Niagara con una felpa e un paio di pantaloni comodi?
Per rispondere, bisogna fare un salto indietro nel tempo, fino al dopoguerra. A quanto pare, l’insolito nome è entrato nel vocabolario cagliaritano grazie ai militari di un battaglione canadese di stanza in città in quegli anni. I primi a girare per le strade con una tuta sportiva addosso furono proprio loro, e la popolazione locale, con la tipica ironia e semplicità sarda, ha deciso di associare direttamente il capo d’abbigliamento ai suoi primi portatori: i canadesi. E così, il nome è rimasto.
Se pensate che questa sia una stranezza tutta cagliaritana, sappiate che non è l’unico caso di appropriazione linguistica curiosa. A Firenze, ad esempio, la tuta da ginnastica viene chiamata “il Toni”. Perché? Perché sulle casse che contenevano le divise dei militari americani era stampata la scritta “TO NY”, ovvero “a New York”. I fiorentini, leggendo e reinterpretando a modo loro, hanno pensato bene di battezzarla così.
Insomma, la “canadese” cagliaritana e il “Toni” fiorentino sono la dimostrazione che la lingua è viva, si evolve e, a volte, ci regala perle di umorismo involontario. Quindi, se siete in Sardegna e qualcuno vi dice di mettere la canadese, niente panico: non dovete prepararvi a una tempesta di neve, ma magari solo a una partita di calcetto!

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